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25 febbraio 2025
231 e codici di comportamento: arrivano le linee guida del Ministero della Giustizia
Il documento offre indicazioni sull'elaborazione dei codici di comportamento delle associazioni rappresentative degli enti ai fini del loro riconoscimento, come previsto dall'art. 6, comma 3 del D.Lgs. n. 231/2001.
di La Redazione
Il Ministero della Giustizia ha pubblicato il documento “Criteri guida per la redazione di codici di comportamento delle associazioni rappresentative degli enti”, un vademecum per l'elaborazione dei codici di comportamento delle associazioni rappresentative degli enti ai fini del loro riconoscimento, come previsto dall'art. 6, comma 3, D.Lgs. n. 231/2001 .
Presupposto del documento è che tali codici hanno la funzione di orientare gli enti associati nella predisposizione dei propri modelli organizzativi, tanto da essere sono soggetti al controllo e alla validazione del Ministero, ai sensi del D.M. n. 201/2003 (“Regolamento recante disposizioni regolamentari relative al procedimento di accertamento dell'illecito amministrativo delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, ai sensi dell'articolo 85 del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231 ”). Essi, in altre parole, ispirano l'attività di predisposizione dei modelli organizzativi da parte degli enti destinatari della normativa 231 e, pertanto, la loro accuratezza contenutistica e metodologica si riflette sul concreto.
Venendo al contenuto, il testo ministeriale ha una duplice finalità: illustrare la prassi ministeriale in materia ed i criteri che guidano il procedimento di valutazione dei codici, nonché fornire indicazioni metodologiche per la loro predisposizione e aggiornamento. Nella prospettiva di rafforzare le strategie di collaborazione tra il settore pubblico e quello privato, lo scopo è elaborare un framework interpretativo e operativo, costituente così una “bussola” che orienti le iniziative di adozione e/o di aggiornamento dei codici di comportamento di categoria e, per l'effetto, supporti le correlate attività di orientamento da esse svolta in favore degli enti rappresentati.
Nello specifico, le linee guida sono strutturate come segue.
- Nella prima parte si ripercorrono le caratteristiche di fondo del
D.Lgs. n. 231/2001 e si approfondisce, in particolare, la richiamata disposizione di cui all'art. 6, comma 3; si analizza, altresì, la normativa di rango secondario e la procedura di approvazione dei codici di comportamento. - La seconda parte è dedicata alla individuazione dei criteri guida che orientano l'esame dei codici di comportamento da parte del Ministero e alla condivisione di indicazione generali relative alla struttura e alle componenti che detti codici dovrebbero presentare.
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