Stop al licenziamento sulla base di una decisione presa da un algoritmo, tutela dei dati personali e nuove regole per correggere il falso lavoro autonomo tra i punti essenziali della nuova direttiva.
Via libera definitivo del Parlamento UE alla direttiva che introduce norme volte a migliorare le condizioni di lavoro dei lavoratori delle piattaforme digitali: con 554 voti a favore, 56 contrari e 24 astenuti, la nuova direttiva passa il vaglio del Parlamento e si appresta ad essere adottata formalmente anche dal Consiglio UE, prima della pubblicazione in Gazzetta.
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Obiettivo della direttiva è quello di assicurare che i lavoratori delle piattaforme digitali dispongano di una corretta classificazione della loro posizione lavorativa e di correggere il lavoro autonomo fittizio. Inoltre, la normativa regola per la prima volta in assoluto in UE l'utilizzo di algoritmi sul posto di lavoro. |
Molto difficile il contesto in cui si inseriscono le nuove norme: dall'analisi condotta dalla Commissione UE nel 2021 è infatti emerso che esistono oltre 500 piattaforme di lavoro digitali attive ove lavorano oltre 28 milioni di persone, cifra destinata a raggiungere i 43 milioni entro il 2025.
La direttiva in questione è fondamentale per inquadrare la posizione di tali lavoratori, considerato che la maggior parte di essi è formalmente un lavoratore autonomo, ma circa 5,5 milioni di persone rischiano di essere erroneamente classificati come tali, pur in presenza di elementi chiaramente indicativi della sussistenza di un rapporto di lavoro subordinato.
Punti cardine della direttiva sono:
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Dopo l'approvazione formale del Consiglio e la pubblicazione della direttiva nella Gazzetta Ufficiale dell'UE, gli Stati membri avranno 2 anni di tempo per integrare le disposizioni nella legislazione interna.