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30 aprile 2024
Lavoro e previdenza sociale
Lavoratori delle piattaforme digitali: via libera definitivo alla direttiva

Stop al licenziamento sulla base di una decisione presa da un algoritmo, tutela dei dati personali e nuove regole per correggere il falso lavoro autonomo tra i punti essenziali della nuova direttiva.

di La Redazione

Via libera definitivo del Parlamento UE alla direttiva che introduce norme volte a migliorare le condizioni di lavoro dei lavoratori delle piattaforme digitali: con 554 voti a favore, 56 contrari e 24 astenuti, la nuova direttiva passa il vaglio del Parlamento e si appresta ad essere adottata formalmente anche dal Consiglio UE, prima della pubblicazione in Gazzetta.

esempio

Obiettivo della direttiva è quello di assicurare che i lavoratori delle piattaforme digitali dispongano di una corretta classificazione della loro posizione lavorativa e di correggere il lavoro autonomo fittizio. Inoltre, la normativa regola per la prima volta in assoluto in UE l'utilizzo di algoritmi sul posto di lavoro.

Molto difficile il contesto in cui si inseriscono le nuove norme: dall'analisi condotta dalla Commissione UE nel 2021 è infatti emerso che esistono oltre 500 piattaforme di lavoro digitali attive ove lavorano oltre 28 milioni di persone, cifra destinata a raggiungere i 43 milioni entro il 2025.
La direttiva in questione è fondamentale per inquadrare la posizione di tali lavoratori, considerato che la maggior parte di essi è formalmente un lavoratore autonomo, ma circa 5,5 milioni di persone rischiano di essere erroneamente classificati come tali, pur in presenza di elementi chiaramente indicativi della sussistenza di un rapporto di lavoro subordinato.

Punti cardine della direttiva sono:

precisazione

  • L'obbligo imposto ai Paesi UE di introdurre una presunzione di rapporto di lavoro subordinato in presenza di fatti indicativi dell'esistenza di un controllo e di una direzione, in conformità al diritto nazionale e ai contratti collettivi e tenendo conto della giurisprudenza UE in materia. In tal modo, si va a correggere lo squilibrio di potere tra la piattaforma digitale e il lavoratore che vi presta servizio aiutandolo a beneficiare di detta presunzione e imponendo l'onere della prova a carico della piattaforma;
  • Divieto di licenziamento della persona che lavora su piattaforma sulla base di una decisione preso da un algoritmo ovvero da un sistema decisionale automatizzato. In tal senso, dovrà essere garantito il controllo umano sulle decisioni che incidono direttamente sui lavoratori;
  • Tutela dei dati personali dei lavoratori delle piattaforme digitali, vietando l'elaborazione di determinati tipi di dati personali, come quelli sullo stato emotivo o psicologico o quelli sulle convinzioni personali.

Dopo l'approvazione formale del Consiglio e la pubblicazione della direttiva nella Gazzetta Ufficiale dell'UE, gli Stati membri avranno 2 anni di tempo per integrare le disposizioni nella legislazione interna.

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