Con l'attuazione della Riforma dello sport, tutti gli enti sportivi, sia dilettantistici che professionistici, devono redigere specifici modelli organizzativi e di controllo dell'attività sportiva e dei codici di condotta a tutela dei minori e per la prevenzione delle discriminazioni.
Congiuntamente a tale previsione, una maggiore tutela a favore dell'utenza debole è legata all'obbligo dei circoli sportivi, in veste di datori di lavoro, di richiedere ai "nuovi" lavoratori sportivi (ovvero di provvedervi in autonomia con delega degli stessi) il c.d. certificato penale del casellario giudiziale che, fino al 30 giugno 2023, era considerato "facoltativo" per tutti coloro che percepivano somme a titolo di compenso, rimborso forfettario di spese, indennità forfettarie di trasferta e premi ai sensi dell'art. 67, comma 1, lett. m) del TUIR essendo considerati quali "volontari" (e non lavoratori).
di Enrico Savio - Dottore Commercialista, Revisore legale, autore di pubblicazioni. Professore a contratto in "Contabilità e bilanci degli Enti no profit", corso di laurea in Giurista del Terzo settore presso la Scuola di Giurisprudenza dell'Università di Padova AA 2023/2024
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