È stata pubblicata la Relazione per la valutazione del Reddito di cittadinanzae della Pensione di cittadinanza che arriva all'esito delle operazioni di monitoraggio sull'impatto della prestazione per l'intero periodo di vigenza, dunque dal 1° aprile 2019 al 31 dicembre 2023.
Lo comunica il Comitato Scientifico incaricato ai sensi della L. n. 26/2019, incarico poi confermato dalla L. n. 85/2023, che nella conduzione delle operazioni ha tenuto conto delle Raccomandazioni del Consiglio Europeo del 30 gennaio 2023 “relativa a un adeguato reddito minimo che garantisca l'inclusione attiva”, utilizzando diverse fonti statistiche.
La Relazione consente anzitutto di valutare l'impatto dei sussidi con riferimento alle famiglie e alle persone in condizioni di assoluta povertà e poi consente di rimediare alle criticità delle precedenti misure attraverso quelle nuove introdotte dal Decreto Lavoro (ADI e SFL), nell'ottica di rafforzare il ruolo delle politiche attive in un contesto di forte crescita dell'occupazione.
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«Complessivamente», commenta il Presidente del Comitato, Natale Forlani, «il rapporto tra la spesa impegnata e i risultati ottenuti in termini di riduzione del numero delle persone povere e di efficacia delle misure di politica attiva del lavoro e per l'inclusione sociale, non sono soddisfacenti».
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Tuttavia, occorre esaminare alcuni dati significativi:
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Sulla base dei dati forniti dall'INPS:
- Hanno percepito il sussidio di integrazione al reddito nel periodo di vigenza per almeno un mese circa 2,4 milioni di nuclei familiari e 5,3 milioni di persone;
- Circa un terzo dei beneficiari ha percepito il sussidio per l'intero periodo;
- La spesa pubblica impegnata supera i 34 miliardi.
Sulla base dei dati giusti dall'ISTAT:
- La quota delle famiglie in condizioni di estrema povertà che hanno beneficiato delle prestazioni raggiunge il picco del 38% nel 2021 (58,7% dei beneficiari delle misure). Stima che evidenzia la mancata partecipazione di un numero significativo di famiglie povere che deriva anche dai criteri normativi per la selezione dei potenziali beneficiari.
Dalle stime di Euromod:
- L'Italia si conferma tra i Paesi che prevedono un importo elevato dell'integrazione al reddito in relazione alla soglia di povertà, ma con livelli di copertura del numero delle persone povere inferiori alla media europea;
- La partecipazione risulta superiore alla media per i residenti al Sud e nelle Isole, e inferiore alla media per i residenti al Nord.
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Dai dati menzionati emerge che l'efficacia della misura è stata più elevata durante la pandemia, permettendo la fuoriuscita di circa 450mila famiglie dalla condizione di povertà, consentendo altresì una riduzione dello 0,8% dell'indice delle disuguaglianze e dell'1,8% del rischio di povertà. In seguito, gli effetti della ripresa economica e occupazionale hanno agevolato la riduzione delle domande accolte.
Fondamentali a questo punto sono le raccomandazioni che il Comitato Scientifico formula proprio all'esito delle procedure di monitoraggio che serviranno per orientare le Autorità in vista dell'impatto delle nuove misure:
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Aggiornare le soglie ISEE per la partecipazione alle nuove misure, tenendo in considerazione l'impatto dell'inflazione degli ultimi anni;
- Considerare il sussidio erogato a livello nazionale quale livello minimo della prestazione da integrare con misure personalizzate e con programmi di potenziamento dei servizi che considerino le caratteristiche dei nuclei familiari e il territorio di appartenenza, predisponendo dei pacchetti ad hoc facilmente accessibili in base ai fabbisogni che possono emergere dalla valutazione multidimensionale dei nuclei familiari;
- Promozione da parte delle Istituzioni locali di attività di auditing e di coinvolgimento degli attori sociali e del terzo settore;
- Rafforzare le politiche attive del lavoro insieme alle Agenzie per il lavoro, incrementando la cumulabilità tra indennità di sostegno al reddito e salari percepiti, anche per contrastare il lavoro sommerso;
- Finalizzare i PUC prioritariamente alle persone in età da lavoro che presentano disagi particolari di stampo lavorativo e sociale;
- Potenziare le piattaforme nazionali volte alla condivisione delle informazioni sull'attivazione delle misure e sulle prestazioni economiche erogate per migliorarne l'efficacia, razionalizzare la spesa e il sistema dei controlli preventivi.
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