Il caso era nato perché il Garante Privacy, il 15 settembre 2022, aveva reso un parere con il quale sostanzialmente limitava la possibilità di rilascio telematico dei certificati dello stato civile soltanto a quelli che riguardavano il richiedente e gli appartenenti alla propria famiglia anagrafica.

Conseguenza di questo parere era stata l'adozione da parte del Ministero degli Interni della circolare n. 115 del 2022 con la quale recepiva i dubbi del Garante ed affermava che era «esclusa la possibilità per il richiedente di acquisire, accedendo alla piattaforma ANPR con la propria identità digitale, certificati relativi a soggetti terzi, diversi da quelli indicati dalla predetta norma».

Praticamente, e sostanzialmente (a parte alcune isole felici), si trattava per i legali di un ritorno al passato con la necessità il più delle volte dell'accesso fisico agli uffici dell'anagrafe tanto che della questione si era da subito interessato anche il Consiglio Nazionale Forense che aveva puntato a garantire, d'intesa con il Viminale, l'interoperabilità dei sistemi informativi tra l'albo degli avvocati e la piattaforma.

Ebbene, sembra che siano arrivate buone notizie per l'epilogo della vicenda, poiché il 21 settembre 2023 si è svolta una riunione della Conferenza Stato-città ed autonomie locali dove è stato affrontato anche il tema dell'accesso telematico degli avvocati alle risultanze dell'anagrafe.

In quella sede è stato espresso parere favorevole sullo schema di decreto del Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro per la pubblica amministrazione e con il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all'innovazione tecnologica, recante l'aggiornamento dei servizi resi disponibili dall'ANPR al fine di consentire agli avvocati iscritti nel relativo albo o elenco di cui all'articolo 15, comma 1, lettere a) e b), della Legge 31 dicembre 2012, n. 247 di richiedere, per finalità connesse all'esecuzione del mandato professionale, i certificati anagrafici in modalità telematica resi disponibili tramite l'ANPR. 

Per il Ministero degli Interni, Matteo Piantedosi si tratta di «un nuovo servizio che viene incontro alle esigenze professionali degli avvocati, con l'obiettivo di fornire loro strumenti tecnologici innovativi per rendere più agevole l'esercizio della professione legale. Una importante iniziativa che avrà riflessi positivi anche sull'attività dei comuni, che vedranno in tal modo ridursi le richieste di certificati anagrafici da parte degli studi legali».

Nel rispetto di tutte le prescrizioni indicate dal Garante per la protezione dei dati personali, i certificati saranno rilasciati in esenzione dal bollo come previsto dal Testo unico delle spese di giustizia (da ultimo nel parere del 22 giugno 2023)

Il Servizio prevede la verifica dell'iscrizione all'albo tenuto dal Consiglio Nazionale Forense tramite la Piattaforma digitale nazionale dati della Presidenza del Consiglio a cui sono collegati sia ANPR che il Consiglio Nazionale Forense. Periodicamente saranno effettuate verifiche a campione sulla sussistenza dei presupposti di legittimità degli accessi e l'avvocato potrà scaricare fino a trenta certificati al giorno.

Gli avvocati che accederanno al servizio, tratteranno i dati personali contenuti nei certificati ad essi rilasciati tramite ANPR, «in qualità di autonomi titolari del trattamento», per svolgere investigazioni difensive o per far valere o difendere un diritto in sede giudiziaria.