Legge di bilancio 2024: agevolazioni per le assunzioni delle donne madri e delle donne vittime di violenza
La Legge di Bilancio 2024 (
Legge 30 dicembre 2023, n. 213) prevede situazioni agevolative per le donne in àmbito lavorativo e sociale.
a)Decontribuzione delle lavoratrici con figli
Per i periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026, il Legislatore riconosce un esonero del 100 per cento dei contributi previdenziali a carico delle lavoratrici madri di tre o più figli con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, ad esclusione dei rapporti di lavoro domestico, fino al compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo, nel limite massimo annuo di 3.000 euro riparametrato su base mensile. In via sperimentale, per l'anno 2024, tale esonero è riconosciuto anche alle lavoratrici madri di due figli con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, ad esclusione dei rapporti di lavoro domestico, fino al mese del compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo.
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Per analogia, si riporta qui quanto specificato dalla circolare INPS n. 102 del 19 Settembre 2022, riguardante l'esonero introdotto dal comma 137 dell'articolo 1 della Legge di Bilancio 2022 (Decontribuzione a favore delle lavoratrici madri): l'esonero introdotto, in quanto misura di carattere generale applicata sulla quota dei contributi a carico delle lavoratrici madri, non costituisce aiuto di Stato e non è pertanto soggetto all'autorizzazione della Commissione europea e alla registrazione nel Registro nazionale degli aiuti di Stato.
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b)Assunzioni donne vittime di violenza
Le nuove disposizioni, introdotte al Senato, prevedono il riconoscimento di uno sgravio contributivo totale in favore dei datori di lavoro privati, che, nel triennio 2024-2026, assumono donne disoccupate vittime di violenza, beneficiarie del reddito di libertà. Tale sgravio è riconosciuto nel limite massimo di importo di 8.000 euro annui per la durata:
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12 mesi, se l'assunzione è effettuata con contratto di lavoro a tempo determinato (anche in somministrazione);
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18 mesi, se il contratto a tempo determinato è trasformato a tempo indeterminato (considerando sempre quale termine iniziale la data di assunzione con il contratto a tempo determinato);
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24 mesi, se l'assunzione è effettuata con contratto di lavoro a tempo indeterminato.
Tali benefici contributivi sono riconosciuti entro determinati limiti di spesa per gli anni dal 2024 al 2028; il monitoraggio delle minori entrate contributive da ciò derivanti è effettuato dall'INPS, che - qualora risulti, anche in via prospettica, raggiunto tale limite di spesa - non considera ulteriori domande di accesso ai benefici medesimi.
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Il riconoscimento dell'esonero del versamento dei contributi previdenziali – escludendo i premi e i contributi all'INAIL –, avviene nella misura del 100 per cento, a favore dei datori di lavoro privati che provvedono all' assunzione nel triennio 2024-2026 di tali donne, beneficiare della misura del reddito di libertà. Il reddito di libertà è introdotto dall' articolo 105-bis del Decreto-Legge n. 34 del 2020 allo scopo di contenere i gravi effetti economici derivanti dalla crisi pandemica e sanitaria sulle donne in condizione di maggiore vulnerabilità e favorire, attraverso l'indipendenza economica, percorsi di autonomia e di emancipazione delle donne vittime di violenza in condizione di povertà.
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c)Fondo per la creazione di case rifugio per le donne vittime di violenza
La nuova disposizione, introdotte al Senato, istituisce il Fondo per la creazione di case rifugio per donne vittime di violenza, con una dotazione di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024-2026. Tali risorse dovranno essere destinate alla realizzazione e all'acquisto di immobili da adibire a case rifugio.
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La Casa Rifugio è una struttura, a indirizzo segreto, che fornisce un alloggio sicuro alle donne, vittime di violenza e ai loro bambini, a titolo gratuito e indipendentemente dal luogo di residenza. La Casa Rifugio garantisce l'anonimato e la riservatezza, assicurando alle ospiti alloggio e beni primari per la vita quotidiana. L'accesso alla Casa Rifugio può avvenire tramite segnalazione diretta, se proveniente dalla donna vittima di violenza o indiretta, se trasmessa da servizi quali Cav, Pronto soccorso, servizi sociali e Forze dell'Ordine. La gestione della Casa deve garantire, gratuitamente, alle donne vittime e ai loro figli minori: protezione e ospitalità per i tempi previsti dal percorso personalizzato, assicurando altresì adeguati servizi educativi e sostegno scolastico ai minori. La Casa opera in maniera integrata con la rete dei servizi sociosanitari e assistenziali territoriali.
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