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10 febbraio 2022 Fuori dall'aula
Fuori dall’aula con l’Avv. Andrea Pallaver
Durante l'appuntamento mensile del team de La Giuridica, ci siamo spostati a Bolzano per incontrare l'avv. Andrea Pallaver, Vice Presidente dell'Unione Triveneta dei Consigli dell'Ordine degli Avvocati, con cui abbiamo parlato di green pass all'interno dei Tribunali italiani.










                                             
                                              Andrea Pallaver
, Vice Presidente Unione Triveneta dei Consigli dell'Ordine degli Avvocati 
1. Vice Presidente, dopo l’entrata in vigore del D.L. n. 1/2022, sono sorte diverse polemiche nel mondo forense in merito all’estensione dell'obbligo del certificato verde ai difensori. Alcuni Ordini forensi, tra cui quello di Napoli, ritengono inaccettabile l'esclusione del legittimo impedimento del difensore privo di certificazione verde, in quanto si andrebbe a ledere il diritto di difesa visto che il cittadino non potrebbe scegliere liberamente il proprio difensore. Secondo la sua esperienza, come si colloca il diritto di difesa rispetto alla tutela della salute pubblica che si è cercato di attuare in questi anni di pandemia?
L'argomento si presta a semplificazioni ideologiche, un po' come la stessa questione no vax - pro vax.

L'avvocatura tendenzialmente dovrebbe esprimersi in termini ragionevoli, civili e soprattutto lontani da una autoreferenzialità che non aiuta la categoria e la collettività.

Condivido la posizione della CPI e l'auspicio è quello di evitare che il rispetto di norme - a torto o a ragione - dettate in periodo di pandemia alla generalità dei cittadini possano essere aggirate dalla pretesa lesione del diritto di difesa.

Esistono i rimedi generali della sostituzione processuale - che prescinde dal Covid - e la facoltà di chiedere rinvio che se debitamente motivato, non può non essere accolto.
2. Se la sente di raccontarci come è stata gestita questa novità all’interno della Corte di Appello a cui appartiene?
Non v'è nulla di particolare da riferire. Le prescrizioni sono state diramate e non vi sono state questioni di rilievo.
3. La disparità di trattamento tra avvocati - che hanno l’obbligo del green pass - e imputati e testimoni - che invece non ne hanno necessità – pare essere di per sé un controsenso se parliamo di tutela della salute pubblica. Sfugge qualcosa a noi o è corretto che sia così? Eventualmente, lei quali soluzioni adotterebbe?
Si deve ragionare in concreto, il campo delle ipotesi è un esercizio di stile che alimenta una conflittualità faziosa che in questo momento non è di aiuto essendo richiesto l'impegno di ciascuno e l'imposizione di sacrifici individuali a tutela della collettività.

Ritengo che la classe Forense quanto ad importanza e rilievo non sia da meno rispetto a coloro che esercitano le professioni sanitarie e gli avvocati sono lavoratori ed il lavoro, nel senso nobile e costituzionale del termine, deve essere garantito è tutelato, sicché devo essere attuate scelte e controlli che al di là delle scelte individuali possano consentirne la prosecuzione.

L'esclusione dalla esibizione - esibirlo non significa che coloro che accedano non siano già vaccinati per età o per categoria professionale - del green pass per le parti e i testimoni risponde alla logica (in questo caso prevalente) di non dilatare i tempi del Processo. Infatti, i testimoni e le parti non possono farsi sostituire per una deposizione in un processo civile o procedimento penale.
4. Andiamo un po’ oltre questo discorso: che ne pensa della gestione delle udienze da remoto? Pensa che possa essere tra i modi per velocizzare la macchina della giustizia o si tratta semplicemente di una soluzione utile solo ad evitare i contagi in questo periodo e da abbandonare nel prossimo futuro?
La pandemia ha dato un involontario impulso acceleratorio per una riforma di fatto dei procedimenti civili. È chiaro che le udienze a trattazione scritta o se disposte “da remoto” servono a limitare accessi non necessari alle aule di giustizia. Credo che siano esperienze da capitalizzare e che non debbano essere vissute con pregiudizio o in modo sfavorevole.

In generale, le udienze celebrare con la cd. trattazione scritta, secondo gli schemi elaborati dai Giudici con il Contributo dei Consigli degli Ordini territoriali riescono a garantire il contraddittorio e l'udienza in remoto, recupera i principi di oralità e immediatezza che connotano le procedure.

È chiaro che ove i difensori ravvisino particolari esigenze processuali o per la posizione degli assistiti, l'udienza si può celebrare in presenza con le cautele necessarie per evitare contagi.
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