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23 marzo 2022 Fuori dall'aula
Fuori dall’aula con l'Avv. Michele Briamonte
Questo mese abbiamo incontrato l'avvocato Michele Briamonte, socio dello studio Grande Stevens e tra gli avvocati più importanti del nostro paese. Un'intervista davvero a 360 gradi, durante la quale abbiamo parlato di patrimonio dell'UNESCO, metaverso e diritto societario, di sport e siamo riusciti anche a farci dare qualche consiglio per intraprendere la carriera di avvocato!










                                                       
Michele Briamonte, avvocato d'affari e socio dello studio di Franzo Grande Stevens
1. Avvocato Briamonte, partirei dalla sua prestigiosa nomina, a inizio novembre 2021, a nuovo presidente delle Residenze Sabaude. Quali sono, se può dircelo, le attività utili per rilanciare l’azione di promozione di tali patrimoni culturali, alcuni già patrimonio mondiale dell'UNESCO?
Io sono fermamente convinto che per l'Italia la bellezza e la cultura siano i più potenti vettori non solo per lo studio e le scienze umane, ma anche per lo sviluppo economico e finanziario.  A mio avviso occorre affermare l'importanza e centralità dei patrimoni nazionali del Paese non solo con le usuali modalità promozionali (mostre, eventi), ma anche avendo l'obiettivo di attrarre capitali non mecenatistici, ossia volti a conseguire i corretti ritorni economici di mercato.  Il mercato dei capitali non solo può consentire di reperire le fonti per la manutenzione e la cura del patrimonio – con sgravio dei contribuenti –, ma deve essere a mio avviso visto come il naturale approdo di un piano per il loro sviluppo, con un corretto insieme di attività commerciali e strutture finanziarie volte a generare flussi di ricavi e investimenti remunerativi.  Ovviamente sempre tenendo presente e rispettando la vocazione dei luoghi e degli ambiti su cui si opera.
Così, nel pratico, e solo per citare alcuni esempi, si può pensare alla creazione di attività recettizie di alto livello nelle Residenze, ad attività sportive di consolidata tradizione (come capita con la caccia per i Paesi d'Oltremanica), a creare accordi commerciali con i vettori aerei per favorire l'afflusso di turisti avendo la garanzia di un flusso finanziario garantito a fronte di agevolazioni per l'accesso che rendano un vantaggio competitivo (culturale e non solo) al vettore.
2. Milano Finanza le ha conferito il premio di "Avvocato dell'Anno 2020 - Corporate Law", ma poi è scoppiata la pandemia: quali impatti ha avuto su questa materia e sugli avvocati che se ne occupano?
Il mercato dei capitali non si è fermato durante la pandemia e direi che è un settore che possiamo sotto questo aspetto considerare anti-ciclico.  Direi che la pandemia ha avuto in tale ambito una funzione di “acceleratore metabolico” di processi già in embrione o in atto.  Pertanto lo sviluppo del lavoro da remoto e del settore digitale ha reso più evidente la percorribilità della sfida dell'applicazione della Intelligenza Artificiale nel nostro settore, che non può ignorare questo sviluppo tecnologico che costituirà un vero e proprio salto quantico nella nostra, come in tutte le professioni basate sulla conoscenza e l'applicazione del sapere.
3. La digitalizzazione sta dando una grande accelerata al diffondersi, almeno in termini informativi, del Metaverso. Alcune società, in particolare di abbigliamento, hanno già iniziato ad investire in NFT e in questo “nuovo mondo”. Lei come la vede? Pensa si tratterà davvero di un nuovo modo di fare business - da affiancare a quello del mondo reale – o si tratta solo di rischi troppo alti da affrontare per le società di oggi?
Penso che sia un mercato fortemente correlato all'evoluzione tecnologica e allo sviluppo di capacità di calcolo a sistemi computazionali non singoli, ma molteplici. Con l'avvento del computer quantistico si tratterà di settori di sicuro interesse, perché ci sarà una tecnologia di supporto in grado di far esistere un mercato vero e proprio, con regole e rendimenti. Si tratta dunque di una vera e propria scommessa tecnologica sulla quale non si può dare un orientamento assoluto ma occorre valutare la capacità o utilità di investire in termini di remunerazione del rischio dei singoli operatori.
4. Tra le tante cose, si occupa anche di diritto dello sport e, soprattutto, lo pratica ad altissimi livelli. Domanda forse scontata: in termini di approccio e di soft skill, che impatti ha la sua professione sul kick boxing e, viceversa, come impatta lo sport sulla gestione della sua professione?
La pratica delle arti marziali e degli sport marziali mi accompagna sin da bambino. Ho svolto l'attività da dilettante e attualmente da pro. Da dilettante ho partecipato nel point fight (semi-contact) alle gare internazionali di Dublino e Karlovatcz, da professionista nel contatto pieno (full contact e kick-boxing) il mio record è 7(v)-1(p)-1(s).
I valori tra la professione di avvocato come io la svolgo e l'atleta sono straordinariamente convergenti e comuni.  Necessitano entrambi studio, addestramento costante, senso di sacrificio, per stare ai “soft skills”.  Per i valori cardinali, direi che è qualificante lo scopo di prevalere sull'avversario o in una situazione data nel rispetto delle regole di ingaggio, con la considerazione per l'avversario come canone di deontologia.
5.  La sua carriera e la sua giovane età sono di esempio per i giovani avvocati che aspirano ad una carriera di spicco, quali consigli può dare? Quali percorsi o materie crede che i nuovi avvocati debbano intraprendere per raggiungere i propri obiettivi professionali?
Io ho avuto la fortuna di un grande Maestro, straordinariamente generoso e moderno, l'Avvocato Franzo Grande Stevens con il quale sono cresciuto dal 1999 ad oggi; con lui ho percorso tutte le tappe della professione, apprendendo tutto ciò che mi è stato possibile, impiegando tutto il tempo e le mie capacità nel farlo.
Il mio suggerimento è di non rimanere prigionieri di una visione della professione novecentesca, ieratica, fuori dalla modernità.  Il modo per gli avvocati di riuscire e avere la considerazione – anche economica – più importante è quella di sapere entrare nella catena del valore, essere generatori di opportunità, ideatori di soluzioni innovative, dare una ragione al mercato per desiderare l'assistenza. L'esatto contrario di una presenza “imposta” e remunerata per minimi tabellari, che sono secondo me tratti di una professione fuori dal tempo e già ora in estinzione.
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